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GIORGIA NARDIN Celebration

66° residenza coreografica

GIORGIA NARDIN Celebration

66° residenza coreografica

17 Maggio 2014 | 15.00
CSC Garage Nardini,
Bassano del Grappa
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Prezzo: LIBERO


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66° residenza coreografica - Dal 13 al 18 maggio sarà a Bassano la danz'autrice Giorgia Nardin, con con Olivia Jacquet, per portare avanti la ricerca del suo nuovo progetto Celebration. Giorgia terrà un workshop esclusivamente per i giovani danzatori del gruppo LIFT sabato 17 maggio.
L'artista Giorgia Nardin torna ad aprire il processo di ricerca al CSC in occasione del progetto Performing Gender. Il lavoro ha visto una prima fase di ricerca al Museo Reina Sofia di Madrid, dove quattro degli artisti partecipanti al progetto (Pablo Esbert Lillenfeld, Bruno Isakovic, Silvia Gribaudi e Giorgia Nardin) si sono incontrati e hanno condiviso le proprie pratiche entrando in contatto con pensatori, artisti ed esponenti della comunità LGBT di Madrid. Nella seconda fase del lavoro i partecipanti italiani al progetto (Riccardo Buscarini, Silvia Gribaudi, Giorgia Nardin e Alessandro Sciarroni) si sono incontrati al CSC di Bassano del Grappa per approfondire collettivamente ed individualmente la ricerca, aprendola in un secondo momento alla comunità locale. La terza fase del lavoro vede l'incontro di Giorgia Nardin con Olivia Jacquet, francese di origine trasferitasi in Italia che ha coperto quasi totalmente il proprio corpo con i tatuaggi. L'interesse di Nardin verso l'arte del tatuaggio nasce dalla volontà di approfondire l'idea di corpo pubblico, inteso come tramite tra l'individuo e la collettività. Lavorando sulla specificità del corpo di Olivia, l'intenzione è quella di aprire domande riguardanti il rapporto tra “diversità” e collettività, tra una necessità di affermare il proprio corpo e la propria individualità e il posto che questa individualità trova. “...the body has its invariably public dimension; constituted as a social phenomenon..., my body is and is not mine. Given over from the start to the world of others,.., the body is only later, and with some uncertainty, that to which I lay claim as my own.” Judith Butler, Undoing Gender