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SIMONA BERTOZZI

Quel Che Resta- site specific/dialogue

SIMONA BERTOZZI

Quel Che Resta- site specific/dialogue

10 Settembre 2022 | 18.30
Villa Onigo,
Trevignano
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Prezzo: € 5.00 (prenotazione obbligatoria)

Accessibilità


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Una versione site specific del lavoro Quel che resta di Simona Bertozzi con Marta Ciappina, che rinsalda la collaborazione di Operaestate con CombinAzioni Festival.

Concept e coreografia Simona Bertozzi
Danza Marta Ciappina, Simona Bertozzi
Musica Stravinsky: Diversions, Ray Chen, Timothy Young Divertimento: IV. Pas de deux, Coda Presto
Soundscape Roberto Passuti
(con un estratto dal documentario Big Animals survival strategies)
Light design Giuseppe Filipponio
Organizzazione Chiara Boscariol
Produzione Nexus 
Con il contributo di Mic, Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna
Con il sostegno di Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e di Fondazione CR Firenze
Residenze creative nell’ambito di Residenze per artisti nei Territori a cura di Masque teatro, Artists in ResidenSì Bologna, in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2021, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, AlmaStudios Bologna.

Una versione site specific di Quel che resta di Simona Bertozzi con Marta Ciappina, che rinsalda la collaborazione di Operaestate con CombinAzioni Festival.
La creazione è un viaggio verso lo stupore del movimento, fatto di attimi in cui la danza si congela in un gesto e sorprendenti esplosioni, irruzioni improvvise, sbilanciamenti
e riposizionamenti del corpo nello spazio. Un cammino verso un territorio fatto di approdi e nuove ripartenze. E quello di Simona Bertozzi con Marta Ciappina, è un dialogo
coreografico che invita ad esplorare le relazioni tra due corpi che lavorano come un organismo vivente in continua espansione. In questa sua crescita, l’organismo moltiplica le
coordinate e rende continuamente possibili nuovi equilibri e nuovi legami, senza sottrarsi al sopraggiungere di mutazioni. Una collaborazione tra le due artiste che la coreografa racconta così: “Sin dall’inizio del percorso con Marta ho cercato di attribuire allo spazio delle caratteristiche ambientali che potessero generare delle visioni, mutare la
densità dell’aria e generare delle inattese capacità di attraversamento. Dei modi inediti dello stare. Tutto questo affinché potessimo incontrarci in una danza sconfinata, in grado
di riverberare oltre la consapevolezza del nostro agire e sorprenderci, quasi nostro malgrado, in atteggiamenti di affezione e irresistibile risonanza”. In questa continua evoluzione,Quel che resta è diventato poi una moltiplicazione di prospettive, che genera accordi multiformi di movimento, e inattese capacità di generare stupore.