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LINO GUANCIALE

Napoleone. La morte di Dio

LINO GUANCIALE

Napoleone. La morte di Dio

31 Luglio 2023 | 21.20
Teatro al Castello "Tito Gobbi",
Bassano del Grappa
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Prezzo: € 20.00 intero/ € 16.00 ridotto

Accessibilità



Luogo alternativo
in caso di maltempo
Sala Da Ponte

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È il 15 dicembre 1840, il giorno del funerale di Napoleone. Victor Hugo alle sei e mezzo si sveglia al suono del tamburo che chiama a raccolta per le strade.

di Davide Sacco
da Victor Hugo
con Lino Guanciale
Simona Boo
Amedeo Carlo Capitanelli
regia Davide Sacco
aiuto regia Flavia Gramaccioni
scene Luigi Sacco
luci Andrea Pistoia
organizzazione Luigi Cosimelli
Produzione LvF - Teatro Manini do Narni

Parigi, 15 dicembre 1840. Sono passati vent'anni dalla morte di Napoleone, ma solo in questa freddissima giornata d'inverno viene concesso alle sue spoglie di tornare in patria e di essere tumulate nella chiesa de Les Invalides. La Francia, per la prima volta, si confronta con la memoria di un imperatore e di un uomo che aveva segnato la storia di una nazione e di un'epoca.
Tra la folla accorsa ad assistere al funerale, anche un giovane Victor Hugo. Ne scriverà in un saggio denso e appassionato, in cui ritroviamo le parole: “Sì, è veramente una festa: la festa di un feretro esiliato che torna in trionfo. La neve s'infittisce. Il cielo si fa nero. I fiocchi di neve lo seminano di lacrime bianche. Sembra che anche Dio voglia partecipare ai funerali”.
I taccuini nei quali Hugo descriveva le cose più disparate e annotava episodi piccoli e insignificanti, anonimi incontri e i risvolti segreti della vita politica sono il vademecum necessario per capire il lungo, accidentato percorso di questa vita fortunata e fortunosa: l’adesione ai Borboni e all’Orléans fino al rifiuto del secondo impero di Napoleone III e all’esilio. Infine la Comune. Chiamava Napoleone III «Napoleone il piccolo» per distinguerlo dal «grande», quel grande che ora, nel freddissimo inverno del 1840, vedeva - con commozione umana ma occhio attento e impietoso - ritornare a Parigi. 

Taccuini interessanti da riscoprire, perché sono lo specchio dell’altra faccia di Hugo: quella di uno scrittore dotato di umiltà, l’umiltà che vuole seguire il percorso minuto del¬la vita. E attraverso le parole di Hugo e le immagini di quell’ultimo viaggio si ricostruisce la figura di Napoleone, imperatore e uomo, l’«uomo che sfidò Dio», per dirla con le parole di Hugo. Quell’uomo che Jacques-Louis David definì “il suo eroe”, ammirato da Winston Churchill, idola¬trato dagli italiani Foscolo, Monti e Manzoni. Le sue spoglie tornano a Parigi e l’incredibile accade: l’ombra di quest’uo¬mo, accompagnato dai vecchi veterani, vicinissimi a morire, non si lascia piegare alle ragioni della propaganda ma ha ancora la forza di creare clamore ed entusiasmo popolare, e insieme paura e orrore.
Partendo dal testo di Victor Hugo, Davide Sacco costru¬isce un percorso polifonico sulla morte degli eroi, delle divinità, dei padri; uno spettacolo in cui Lino Guanciale in¬terpreta un figlio che ha perso il padre, forse Napoleone, forse un Dio, forse solo un uomo. Tra la neve che scende e il freddo che avvolge il respiro, si affronta la perdita e la necessaria ricostruzione.