HUMANAE GENTI
ATS Teatri di Comunità
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elaborazione drammaturgica e regia
Maurizio Panici
Un viaggio attraverso i canti della Divina Commedia, che si fa metafora del viaggio che l’umanità ha compiuto in questo periodo di pandemia, nell’isolamento forzato e negli abbracci negati, nei desideri inespressi e nella volontà di uscirne migliori. Proprio da questo punto di vista, la Commedia è lo specchio perfetto per raccontare il presente: la foresta è stata un labirinto emotivo con cui si sono duramente fatti i conti. Ciascuno ritrovatosi di fronte a se stesso, con le proprie paure, le proprie fragilità ma anche a confronto con il naturale bisogno di tenerezza, con la disperata esigenza di avere relazioni. In questo contesto di difficoltà e isolamento, proprio come il poeta, le persone si sono inventate mondi, e non solo: hanno trovato nuovi modi per restare connessi, hanno cantato insieme per farsi forza. E attraverso questo viaggio non semplice, hanno scoperto mondi nuovi (tutte le opportunità offerte dalla tecnologia, la connessione permanente) e allo stesso tempo si sono scoperte più insicure, più fragili. Fortunatamente, in questo lungo viaggio dantesco, è proprio attraverso le parole della Commedia che si può ritrovare il filo e la ragione di questo esistere, perché è forte il desiderio di tornare “a riveder le stelle”. Un viaggio in un prologo (dedicato ai “tempi del Covid”) e tre quadri, ciascuno dedicato a un episodio significativo della Commedia: con brani dal Canto V dell’Inferno (il canto di Paolo e Francesca), dal XXVI dell’Inferno (con il famoso discorso di Ulisse), e dal XIII del Purgatorio (dove sono puniti gli invidiosi).