Gran Prix speciale della Giuria di Cannes e candidato francese agli Oscar, racconta la militanza del giovane Nathan tra gli attivisti di Act Up-Paris, associazione pronta a tutto pur di rompere il silenzio generale sull’epidemia di Aids nei primi anni novanta a Parigi. Ma sarebbe riduttivo etichettare questo splendido film, come l’ennesima pellicola sull’Aids, proprio per il modo in cui è narrata la malattia e la militanza. Robin Campillo lo costruisce ritmandolo sui 120 battiti del titolo (quelli della musica house su cui danzano i personaggi) e affidandogli la spontaneità di un documentario in presa diretta, come se ci trovassimo lì e allora. Riuscendo a comunicare il senso di quell’esperienza, per la profonda conoscenza di ciò che racconta, ma per anche la passione e la sincerità con cui lo racconta. La parte corale, davvero straordinaria, è interpretata dai giovani attori con un’energia e una partecipazione ammirevoli. Da non mancare!