Summary: Un maestro della grande classica, impegnato anche nel progetto formativo del Campus delle Arti ospitato a Bassano, è protagonista di una speciale serata musicale con alcuni fra i musicisti insegnanti del Campus. Rappresentante della quarta generazione di una famiglia di musicisti moscoviti, si è esibito nelle più prestigiose sale di tutto il mondo, svolge un’intensa attività formativa ed è promotore di molte iniziative musicali, in Italia e in molti paesi europei. Il programma del concerto è tutto dedicato a Brahms, con le brillanti Danze Ungheresi e il Quintetto op. 34, uno dei suoi capolavori.
Summary: Tra i massimi esempi di opera comica ottocentesca, su cui spicca l’immortale melodia donizettiana, capace di trasformare con agile inventiva la risata in sorriso, talvolta velato di malinconia.
Summary: Nel centro di Bassano, una grande parata luminosa notturna: una festa collettiva per salutare l'inizio di Operaestate 2018.
Prima nazionale
direzione artistica
Loic Delacroix
con
Fabien Rosset,
Julien Cordin,
Nils Wekstein,
Erwan Loeffel,
Karim Akliouche,
Hamed Dris, Brice Durand,
Rosa Veronica Olascuga Endo,
Sophie Blet,
Thomas Faure,
Mathieu Bonnenfant,
Julien Immers,
Mamadou Sylla
tecnica
Lea Chevrier, Michel Arias
coreografia Veronica Endo
musica Erwan Loeffel
Data evento: 2018-07-11
Dove: Centro storico
Prezzo: GRATUITO
Orario: 21.00
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Info: Biglietteria Operaestate Via Vendramini 35, Bassano del Grappa tel. 0424 524214 – 0424 519811 (chiusa da dicembre a maggio)
Ufficio Informazioni Operaestate 0424 519819
Musiche diJohann Sebastian Bachdalle Sonate e Partite
Primo di tre appuntamenti dedicati alla relazione tra Dante e le arti figurative, nell’occasione dei 700 anni dalla morte del sommo poeta: un racconto in tre tappe, connesse e indipendenti, sapientemente create da Luca Scarlini, drammaturgo e storyteller che, con un programma musicale ogni volta diverso, accompagnerà il pubblico in un viaggio nella storia dell’arte e della letteratura. In questo primo incontro il focus è sulla novità straordinaria della Commedia: quella di avere portato in primo piano la figura di un io, Dante, che per la prima volta affermava se stesso. Per questo, da subito nacque il bisogno dei commenti e delle illustrazioni al gran poema, che necessitava di una serie di apparati: il primo codice miniato è del 1322-1323 (oggi conservato alla Trivulziana di Milano), e sono innumerevoli le opere di notevolissima bellezza apparse nel corso degli anni seguenti. Alcuni esempi sono i lavori attribuiti al Maestro delle Effigi Domenicane e al Maestro del Biadaiolo, di cui Scarlini racconta in questo incontro, insieme a moltissimi altri esempi. Ma non mancheranno anche riferimenti diretti e citazioni dall’opera: Dante stesso, infatti, parla degli artisti del suo tempo, come l’immortale Giotto, ma anche Oderisi da Gubbio, che la generazione prima idolatrava e che al suo tempo era già stato dimenticato. Un racconto che mette in luce non solo l’attenzione di Dante all’arte e al gusto estetico della propria epoca, ma anche l’influenza dell’opera dantesca sull’arte europea, sull’immaginario di molti artisti e sulla narrazione della bellezza e delle emozioni umane.
Il secondo di tre appuntamenti dedicati alla relazione tra Dante e le arti figurative, porta gli spettatori nel Rinascimento italiano. Nell’Italia del Cinquecento che venne sconvolta dall’avventura spirituale e politica di Girolamo Savonarola che raffigurò Firenze come nuova Gerusalemme, luogo in cui la spiritualità sarebbe infine tornata alla forza dei tempi biblici. Il suo processo e la conseguente condanna a morte non impedirono al mito del predicatore di accendersi e di lasciare un importante segno nella cultura dell’epoca e in quella immediatamente successiva. Ebbe, ad esempio, una speciale forza nell’arte figurativa: al suo mondo fecero riferimento Sandro Botticelli e Michelangelo, per nominare solo due dei Maestri dell’arte italiana ed europea. In questo clima di rinnovata e tormentata spiritualità, molti artisti tornarono a Dante come suggestione principale: Botticelli illustrò la Divina Commedia in un meraviglioso manoscritto, Luca Signorelli ne raffigurò le glorie nel Duomo di Orvieto, Michelangelo ne trasse ispirazione per la Cappella Sistina. Un racconto sorprendente, nato in occasione dei 700 anni dalla morte del sommo poeta, che in tre tappe, connesse e indipendenti, e sapientemente create da Luca Scarlini, drammaturgo e storyteller, accompagnano il pubblico in un viaggio nella storia dell’arte e della cultura, traghettati dalle eloquenti suggestioni di un programma musicale ogni volta diverso. In questo secondo appuntamento, il focus musicale sarà su Stockhausen, per un parallelismo tra le sperimentazioni e i tormenti del novecento e quelle del rinascimento.
Mario Castelnuovo-Tedesco, La ballata dell’esilio Obsequio al maestro da Caprichos de Goya Alexandre Tansman, Barcarole Claudio Ambrosini Song of Innocence, Song of Experience Napoleon Coste, Choeur des Peregrins (da Grand Serenade) Johann Kaspar Mertz, Bardenklaenge
Terzo e ultimo appuntamento con il racconto dell’influenza di Dante sulle arti figurative, creato da Luca Scarlini, ogni volta accompagnato da un musicista e da un programma musicale diverso, che evochi suggestioni e immaginari delle epoche protagoniste. Il focus qui è sull’Ottocento e sul primo Novecento: in quest’epoca infatti, Dante è l’antidoto al realismo per pittori e scultori. Tutti coloro che vogliono fuggire dalla rappresentazione del quotidiano si riferiscono al mondo della Commedia. E allo stesso tempo, il mondo costruito dal sommo poeta trova artisti in grado di corrispondergli clamorosamente, di interpretarne a pieno le suggestioni, di dare forma, corpo e movimento alle parole della commedia, come William Blake o Auguste Rodin. Non meno importante, e probabilmente inevitabile per immaginario e contenuti, l’incontro con il Simbolismo, che specialmente in Italia dà frutti notevolissimi: Luca Scarlini racconta qui anche della vicenda del Concorso Alinari, che nel 1903 chiamò a rassegna tutte le figure principali della nuova arte, con in prima linea una personalità notevolissima come il veneto Alberto Martini, maestro di figurazioni macabre, che realizza per l’occasione diciannove disegni a penna acquarellati. Proprio negli stessi anni, Martini si dedica alla creazione di ex-libris e di illustrazioni per altre importanti opere della letteratura italiana ed europea, tra cui, qualche anno dopo, anche racconti di Poe e il Macbeth di Shakespeare. Ad accompagnare il racconto, spunti musicali sorprendenti, magistralmente eseguiti alla chitarra da Alberto Mesirca.
Summary: E’ la nuova produzione lirica di OperaFestival dedicata ai ragazzi. Lassù al nord, c’è il castello della Regina delle Nevi, la cui bellezza ha stregato tantissime persone.
Summary: un racconto di Luca Scarlini sul cibo immaginato
musiche di Francesco Cavalli
Delizie contente che l’alma beate da
“Il Giasone”
Stefano Landi
La passacaglia della vita
Georg Friedrich Haendel
La vendetta è un cibo al cor
da “Silla”
Nicola Porpora
Quando penso esser disciolto bella bocca m’incatena
eseguite da
Sara Bino
soprano
Data evento: 2015-07-29
Dove: Piazza Duomo
Prezzo: LIBERO con degustazione di prodotti tipici
Summary: Una serata di musica e parole per raccontare il paesaggio della Valbrenta richiamandone anche gli echi sonori, la potenza evocativa, attraverso la rilettura di una figura mitologica: l’Anguana. La voce vellutata di Patrizia Laquidara, intervellata dai testi scelti da Enio Sartori, saprà creare atmosfere musicali evocative, presentando alcuni brani del suo album “Il Canto dell’Anguana”, dedicato a queste ammaliatrici donne delle acque, che scavano nel mito e attraversano i secoli fino a giungere a noi
***
Patrizia Laquidara’s soothing voice, interchanged with texts chosen by Enio Sartori, will create suggestive musical atmospheres. She will perform some tracks from her record “Il Canto dell’Anguana”, dedicated to the infatuating women of the waters, which look into the myth and travel through centuries to reach us.
Leonora Armellini, pianoforte Miriam Costa, flauto Erika Rampin, oboe Daniel Roscia, clarinetto Manuel Cester, fagotto Dario Venghi, corno Musiche di A. Roussel, F. Poulenc, L. Thuille
Il secondo appuntamento dedicato ai giovani talenti della classica, vede protagonisti uno straordinario Quintetto di fiati composto da giovani musicisti in piena affermazione, con la pianista Leonora Armellini. Prima musicista donna premiata al Concorso Chopin di Varsavia, si esibisce sin da giovanissima come solista e con numerose orchestre in prestigiose sale in tutto il mondo. Propongono tre Sestetti composti tra fine ‘800 e primi ‘900 dai compositori francesi: Albert Roussel, vicino alla rinascita impressionista, Francis Poulenc riecheggiante lo stile popolare del music-hall e Ludwig Thuille, ancoraprettamente romantico.
Programma:
Albert Roussel Divertimento op. 6 Francis Poulenc Sestetto FP100 Allegro vivace Divertissement Finale Ludwig Thuille Sestetto op. 6 Allegro Scherzo Adagio Finale
Leonora Armellini è stata una giovanissima vincitrice del “Premio Janina Nawrocka” per la “straordinaria musicalità e la bellezza del suono” al Concorso Pianistico Internazionale “F. Chopin” di Varsavia (2010). L'esito è stato brillantemente confermato nell'edizione del 2021, con un Quinto Premio che ne fa la prima donna italiana ad aver scalato le vette della competizione considerata come il vertice del pianismo mondiale. Nel 2005 vince all’unanimità il XXII Premio Venezia, riservato ai migliori diplomati dei Conservatori italiani, e prosegue la sua formazione con Sergio Perticaroli presso l’Accademia di S. Cecilia di Roma, diplomandosi con lode all’età di diciassette anni e diventando così la più giovane laureata presso la prestigiosa istituzione. Attualmente è docente di Pianoforte presso il Conservatorio “A. Buzzolla” di Adria.
Luca Scarlini voce narrante Alberto Mesirca chitarra
Fryderyk Chopin (arrangiamentoTarrega) Notturno Op. 9 n. 2 Valzer Op. 34 n. 2 Preludes Op. 28 n. 4 – 7 Fernando Sor Les adieux - Fantaisie n 6, Op. 21 Etude Op. 9 n. 11 Fantasie Elegiaque Op. 57 – Six Valses Sylvano Bussotti Lorenzaccio
Luca Scarlini, storyteller e drammaturgo, insieme al chitarrista Alberto Mesirca, propongono un recital a tema romantico (e ambientato negli anni del Romanticismo letterario) sulla storia di Pietro Pagello (1807-1898), medico nato a Castelfranco Veneto e morto a Belluno, che fu famoso in tutta Europa per la sua vicenda d'amore con la scrittrice George Sand. Il medico e la scrittrice si incontrarono a Venezia, dove George Sand (pseudonimo di Amantine Lucile Aurore Dupin, che scelse un nome maschile per poter pubblicare le proprie opere letterarie) soggiornava in compagnia di Alfred De Musset. L'illustre coppia di scrittori aveva fuggito Parigi per celebrare il proprio amore sullo sfondo romantico e
poetico per eccellenza. Pagello era stato chiamato al capezzale di De Musset. come medico curante all'Hotel Danieli, e lì visse una storia con la scrittrice francese. De Musset tornò quindia Parigi, dove scrisse della vicenda nel suo Confessioni di un figlio del secolo, e lo stesso fece Sand, in toni più crudi, in Elle et lui; e ne scrisse anche il fratello di lui, Paul de Musset, nel satirico Lui et elle. Pagello seguì George Sand a Parigi, ma in breve tempo la scrittrice si stancò di lui e il dottore tornò in Italia, per stabilirsi a Belluno, dove esercitò la professione fino a età assai tarda, facendo di tutto per cancellare la presenza della Sand della sua vita. Un racconto romantico, che trae suggestioni da scrittori e scrittrici e da molte trame musicali, compresi brani di Chopin, anch’egli legato sentimentalmente a George Sand.
A causa del meteo instabile, il concerto di Lila/Martina Consonni si terrà al CSC S. Bonaventura. Invariati data e orario: 6 agosto ore 21.
Johannes Brahms Sonata n. 1 in mi minore per violoncello e pianoforte, op. 38 Allegro non troppo Allegretto quasi Menuetto e Trio... Allegro Leós Janàcek Poháda per violoncello e pianoforte Con moto. Andante. Allegro Con moto. Adagio poco rubato Allegro Johannes Brahms Sonata n. 2 in fa maggiore per violoncello e pianoforte, op. 99 Allegro vivace Adagio affettuoso Allegro passionato e Trio Allegro molto
Un duo di musiciste eccellenti per il terzo appuntamento con i Giovani Talenti. LiLa è violoncellista di origine cinese, classe 2002, ammessa al conservatorio di Shangai a soli 6 anni. Nel 2016 inizia a studiare alla Juilliard School e dal 2018 alla Kronberg Academy. Dal 2012 ha vinto una serie di prestigiosi concorsi internazionali tra cui, nel 2014 il Tchaikovsky di Mosca, diventando la più giovane premiata al prestigioso concorso. La pianista Martina Consonni, classe 1997, elogiata per l’innata musicalità, la notevole tecnica strumentale e la brillantezza del suono, si è affermata come una delle giovani pianiste più promettenti della sua generazione. Fin da giovanissima, il suo talento musicale le ha permesso di vincere più di 55 gran premi in concorsi internazionali, e attualmente sta frequentando la Barenboim-Said Akademie di Berlino con Sir András Schiff. Entrambe le musiciste hanno tenuto concerti su molti palcoscenici internazionali, collaborando con prestigiose orchestre oltre che con direttori e musicisti di gran fama. Apprezzate entrambe per l’innata musicalità e la notevole tecnica strumentale, eseguiranno le Sonate n. 1 Op. 38 e n. 2 Op. 99 di Brahms, ricche di motivi schiettamente romantici, ora meditativi, ora appassionati, in linea con le possibilità espressive dei due strumenti, trattati con misurato equilibrio negli impasti timbrici, e di Janàček: Pohádka (Racconto) dall’espressività evocativa e favolosa e con lontane memorie di canti slavi.
Summary: Lubomyr Melnyk è un compositore e pianista di origine ucraina che si contraddistingue per la sua abilità nel suonare fino a 19 note al secondo con ciascuna mano.
*AGGIORNAMENTO*: lo spettacolo andrà in scena al Teatro al Castello "Tito Gobbi" anzichè al Chiostro del Museo Civico. In caso di maltempo sarà invece spostato al Teatro Remondini.
con Lubomyr Melnyk e la partecipazione di Matthew Thomason pianoforte
Prima Nazionale - Coproduzione del Festival
Lubomyr Melnyk, musicista di origine ucraina, è uno dei più grandi pianisti del nostro tempo. Dagli anni '70 ha sviluppato un linguaggio pianistico totalmente nuovo, definito “continuous piano music”: onde di note velocissime che danno vita ad un flusso perpetuo e magico, ai confini tra percezione melodica e viaggio immaginativo. Basandosi sul principio di una corrente di suono costante e continua, senza interruzioni, crea pattern di note rapidi, complessi e virtuosi, che gli sono valsi anche il titolo di uno dei pianisti più veloci al mondo. Cominciò tutto a Parigi, negli anni ’70, quando accompagnava le lezioni di danza per la compagnia di Carolyn Carlson. Seguendo i danzatori della compagnia, iniziò a suonare un nuovo tipo di musica, spontanea e improvvisata, rispondendo non più alle rigide convenzioni classiche ma alla danza che vedeva svolgersi. Usando il pedale di risonanza per creare eco e riverbero, creando cascate di note a flusso libero in onde sonore ipnotiche. I critici hanno rilevato l’influenza di Ravi Shankar nella sua musica, insieme a quella di pionieri minimalisti come Steve Reich e Philip Glass. Lo stesso Melnyk cita il suo debito nei confronti del compositore americano Terry Riley che, dice, gli “ha aperto il mondo”. Aggiungendo che, ad un ascolto attento, la sua musica contiene anche i contorni cadenzati della musica popolare ucraina. La verità è che non esisteva niente come il lavoro di Melnyk: un pioniere musicale che ha sicuramente aperto una nuova strada.
Summary: Ultimo appuntamento dedicato ai giovani talenti della musica classica con il violoncellista Luca Giovannini e il pianista Leonardo Colafelice.
A conclusione della sezione dedicata ai giovani talenti della classica, il duo formato dal violoncellista Luca Giovannini, allievo di Brunello, Sollima, Capuçon e dal pianista Leonardo Colafelice, entrambi premiati in prestigiose competizioni internazionali. Brillante il programma che comprende due brani di Chopin: la Polonaise brillante op. 3 di grande tecnica e bellezza e l’Etude Op. 25 N°7; la Phantasiestücke Op. 73 di Schumann dalla scrittura strumentale preziosissima; e di Rachmaninov la Sonata Op. 19, densa di colori drammatici e ricca di effetti virtuosistici.
Programma:
Fryderyk Chopin Introduzione e polacca brillante in do maggiore op. 3 Etude Op. 25 N°7 in do diesis minore: Lento Robert Schumann Phantasiestücke Op. 73 Sergej Rachmaninov Sonata in sol minore per violoncello e pianoforte, op. 19 Lento - Allegro moderato Allegro scherzando Andante Allegro mosso
Luca Giovannini, nato nel 2000, si è diplomato nel 2017 con 10 Lode e Menzione D’Onore con il M° Luca Simoncini. Numerosi sono i premi che si è aggiudicato, molti i Primi premi assoluti:uno dei piu importanti è stato al prestigioso J. Brahms Competition Austria, (unico italiano ad averlo vinto). Ha preso parte a varie master Class e collaborato con grandi maestri come Enrico Dindo, Giovanni Sollima e Pier Narciso Masi e si è esibito in importanti manifestazioni concertistiche come la stagione "Verdi Talenti" di Busseto, alla Gstaad String Academy (CH) e in vari teatri Brahms Saal des Musikvereines di Vienna.
Leonardo Colafelice, nato nel 1995 è allievo del M° Pasquale Iannone presso il Conservatorio di Musica “N. Piccinni” di Bari. Nonostante la sua giovanissima età ha già conseguito, tra il 2005 ed il 2012, oltre 50 primi premi in competizioni nazionali ed internazionali tra cui il Torneo Internazionale di Musica (TIM) edizione 2010. E' stato finalista alla XIV edizione della Arthur Rubinstein International Piano Master Competition di Tel Aviv, dove ha ottenuto ben 3 premi speciali: premio come miglior interprete del Concerto classico; premio come miglior interprete di una composizione di Chopin; "Advanced Studies Grant" per il più notevole pianista sotto i 22 anni. Ha suonato, inoltre, con numerose e prestigiose orchestre tra cui Cleveland Orchestra, Rochester Philharmonic Orchestra, Aarhus Symfoniorkester.
storytelling by and with Luca Scarlini guitar Alberto Mesirca
National Premiere
For the upcoming Giovanni Segantini exhibition at the Bassano Museum, the second commission continues to focus on the mountain as a source of inspiration, particularly from Segantini onwards, for artists seeking new ways to represent reality. Its light and forms inspired revolutionary figures, such as those who animated the Monte Verità Commune in Canton Ticino or the Dadaists who chose to operate in Tyrol. This will be a narrative of images through words and music, featuring guitar performances of musical pieces inspired by those very visions.
Sottotitolo: L'avanguardia verticale: la montagna trasforma l'arte tra '800 e '900
Data evento: 2025-08-01
Dove: Chiostro del Museo Civico
Orario: 21.00
Tipologia: Teatro
narrazione di e con Luca Scarlini chitarra Alberto Mesirca
Programma Bepi de Marzi (tr. Gilardino) Scapa, oseleto Leo Brouwer Danza dell’Altiplano Violeta Parra Anticuecas Víctor Jara Luchin Juan Antonio Sanchez Tonada por despedida Isaac Albeni Asturias
Prima Nazionale
La seconda commissione per l’occasione della prossima mostra del Museo di Bassano su Giovanni Segantini, si concentra ancora sulla montagna come fonte di ispirazione, proprio da Segantini in poi, per gli artisti che cercavano nuovi modi di rappresentare il reale.
La luce, le forme, hanno ispirato figure rivoluzionarie, come quelle che hanno animato l'esperienza della Comune del Monte Verità in Canton Ticino, attraversata da fremiti mistici di ogni tipo, sospesa tra psicanalisi e invenzione di nuove forme di vita. O come i dadaisti che hanno scelto di agire in Tirolo, folgorati dalle immagini raccolte da Freud in Totem e tabù, o le invenzioni folgoranti di René Daumal nelle sue avventure metafisiche alla volta del misterioso e sfuggente Monte Analogo. E ancora, le rivelazioni sconcertanti elaborate da René Guenon nel suo classico Il re del mondo, ispirato all’avventuroso percorso di Ferdinand Ossendowski, in fuga dalla Russia rivoluzionaria, anche trasformato in canzone da Franco Battiato.
Esperienze diversissime tra loro che hanno ribadito il nesso tra i luoghi dell’altezza e l’avanguardia, con risultati sorprendenti e imprevedibili. Nel dopoguerra italiano spicca il percorso appartato di Lorenzo Alessandri, che fu a lungo in Tibet da cui riportò visioni paradossali e urticanti.
Questa seconda narrazione di Luca Scarlini sarà un’originale storia di immagini: dipinte, scritte e scolpite, raccontate per parole e musica, con l’accompagnamento della chitarra di Alberto Mesirca, nell’secuzione di brani ispirati a quelle visioni.
Sottotitolo: La luce delle vette: Giovanni Segantini e la montagna dipinta
Data evento: 2025-07-27
Dove: Pieve di S. Martino (loc. Campese)
Orario: 18.30
Tipologia: Teatro
narrazione di e con Luca Scarlini canto Beppa Casarin Canti tradizionali dell’area alpina
Prima Nazionale
Nell’occasione della prossima mostra che il Museo di Bassano dedicherà a Giovanni Segantini da ottobre 2025 a febbraio 2026, la narrazione di Luca Scarlini si concentra sulla montagna come fonte di ispirazione, così come lo stesso Segantini ha rivelato all'arte europea, ottenendo strepitoso successo specialmente nei paesi del Nord Europa.
Il verbo divisionista si incardinò esattamente nella visione scientifica delle cime, determinando la rappresentazione di una nuova sensibilità, che superava il mito misterioso del passato, quando il valico dei passi era ritenuto assai periglioso e quei luoghi si ritenevano abitati da creature minacciose. La montagna entra di prepotenza nell’immaginario europeo con il Romanticismo: tra la visione del ghiacciaio di Caspar David Friedrich, con il viandante visto di spalle di fronte al minaccioso incanto della natura e la comparsa dello Spirito nel poema della fuga, Manfred, in cui Lord Byron proiettava le sue disavventure autobiografiche. La luce clamorosa delle montagne divenne quindi occasione di riflessione per tutti gli sperimentalismi: tra ricerche di tipo geometrico, e altre che puntavano alla definizione delle cime come luogo della metafisica e della mistica. I canti alpini e l'eco delle valli sono altrettanto presenti in opere che riflettono ogni dettaglio di un luogo, fino a poco prima vissuto come immagine del pericolo e ora come visione di un luogo dell'anima. E saranno proprio i canti tradizionali dell’area alpina, eseguiti da Beppa Casarin, a contrappuntare la narrazione di Luca Scarlini.
Sottotitolo: La luce delle vette: Giovanni Segantini e la montagna dipinta
Data evento: 2025-07-27
Dove: Pieve di S. Martino (loc. Campese)
Orario: 18.30
Tipologia: Teatro
storytelling by and with Luca Scarlini singer Beppa Casarin
National Premiere
For the upcoming exhibition at the Bassano Museum dedicated to Giovanni Segantini, Luca Scarlini's narrative will focus on the mountain as a source of inspiration, much as Segantini himself revealed it to European art. The Divisionist style took root precisely in the vision of the peaks, leading to the representation of a new sensibility. Alpine songs and the echo of the valleys are equally present in works that reflect every detail of a place previously perceived as an image of danger, but now seen as a vision of a place of the soul.