STELLARIO DI BLASI
95° residenza coreografica
STELLARIO DI BLASI
95° residenza coreografica
07 Febbraio 2016 | 15
Prezzo: libero
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Stellario Di Blasi sarà al CSC Garage Nardini dall'1 al 7 febbraio, per portare avanti la ricerca coreografica del suo progetto Cariddi Mari nun ci n’è chiù! Sharing aperto al pubblico domenica 7 febbraio ore 15.00 al Garage Nardini.
Video Intervista
Un mare che è un fiume e un fiume che è un mare si increspa e si prosciuga nel progresso della civiltà, nel disagio dei suoi effetti. Che fine hanno fatto lo Stretto di Messina e le millanta storie che lo decantano? Da parecchio tempo su quelle sponde scorazzano cercatori di gloria, esseri striscianti, riatteri. “Munnizza”, non resta nient’altro… non ci sono navi, né velieri, né pesci, né venti, né tuffi, né mostri: perfino Colapesce e Scilla sono migrati per la crisi e la secchezza. Un luogo surreale disastrato, un acquario vuoto privo della sua essenza. In questo contenitore funebre Cariddi, gorgo marino, accerchia il cordoglio dei suoi ultimi e disperati giorni di vita.
Il progetto mira ad essere un piccolo monito sulla situazione economica ed ecologica dei nostri giorni. Un messaggio che vuole essere sintomo di riflessione in primis sui danni ambientali causati dall’azione diretta dell’uomo e delle sue attività. Attraverso l’esperienza del mito si vuole raccontare un ipotetico e prossimo futuro che si trasforma creativamente in un immaginario catastrofico che paradossalmente tutti subiscono, persino la storia e la mitologia. Così Cariddi, mostro e gorgo marino della costa Siciliana, ha le ore contate… si ritrova in solitudine a vagare in un territorio oramai irriconoscibile, luogo che un tempo, fu crocevia di storia e di vita. Si aggira, Cariddi, in mezzo a detriti in putrefazione… l’aria arida con il suo odore malsano rivelano uno stato degente a cui nessuno potrà più sottrarsi. È costretta, la poverina, a flebo di acqua marina come ossigeno da dosare… sono tutto ciò che rimane di un fiume mare della quale un tempo, assieme a Scilla, ne era padrona; sono cartucce che con le ultime lacrime, segneranno la sua fine. Ultime gocce di un mare che riassorbiva e risputava, un mare in cui si divertiva a passare le giornate, un mare che era il suo nutrimento, la sua essenza perché ad esso apparteneva e da esso traeva la vita.
Adesso, disperata, si rannicchia supina in cima ai detriti aspettando il miracolo di una pioggia che forse potrebbe donarle semmai, ancora qualche giorno di vita.
Stellario Di Blasi