dal progetto Dancing Museums – the Democracy of Beings sostenuto da Creative Europe
co-produzione Operaestate Festival Veneto
con gli artisti Masako Matsushita, Tereza Ondrovà, Ingrid Berger Myhre, Ana Pi, Quim Bigas
Dancing Museums the Democracy of beings, è un progetto di ricerca triennale finalizzato a sviluppare relazioni e collaborazioni tra organizzazioni della danza, musei, università e comunità di diversi territori europei e a creare programmi culturali originali, inclusivi e durevoli nel tempo. Il progetto si focalizza sul ruolo che la danza può avere nell’offrire nuove modalità di accesso e connessione all’arte, al patrimonio culturale e nel coinvolgere i visitatori di musei e gallerie d’arte con le opere esposte. In queste restituzioni finali, gli artisti presentano gli esiti delle diverse residenze europee.
Prezzo: ingresso libero con prenotazione obbligatoria
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Tipologia: Danza
dal progetto Shape It sostenuto da Creative Europe
light design Zuzana Režná drammaturgia Lukáš Karásek technical production Drahomír Stulír coproduzione Tanec Praha / PONEC – dance venue
in collaborazione con BuranTeatr Brno, CNK Záhrada Banská Bystrica, Théâtre De L'arsenal Val-de-Reuil, CIRQUEON Praha, Alfréd ve dvoře Theatre, Studio Alta and Festival Bazaar, Pôtoň Theatre, Festival Kiosk, CSC di Bassano del Grappacon il sostegno del Ministero della Cultura della Repubblica Ceca e della Città di Brno
Attraverso la tecnologia della realtà virtuale, il team di Springback Ringside del network della danza contemporanea europea Aerowaves, allestisce lo spettacolo PLI filmato a Praga, per tre gruppi di studenti del liceo che, disposti in cerchio e distanziati, rivivranno lo spettacolo attraverso visori VR, senza perdere la connessione emotiva con l’artista e con chi condivide lo spazio della restituzione digitale.
dal progetto Shape It sostenuto da Creative Europe
Prima Nazionale co-produzione Operaestate Festival Veneto
coreografia Linda Hayford con Linda Hayford e Mike Hayford musica Link Berthomieux luci Nicolas Miravete costumi Laure Maheo produzione Cie Inside Out’s creation, Garde Robe
Attraverso la tecnologia della realtà virtuale, il team di Springback Ringside del network della danza contemporanea europea Aerowaves, allestisce lo spettacolo Alshe/Me, per tre gruppi di spettatori, tra cui studenti del liceo, che, disposti in cerchio e distanziati, rivivranno lo spettacolo attraverso visori VR. In Alshe/Me, Linda Hayford approfondisce la propria ricerca sui temi della metamorfosi e della trasformazione fisica, attraverso un focus sulla relazione tra fratello e sorella, su come si influenzino l’un l’altra in tutto ciò che vivono. AlShe/Me (che suona come la parola francese per alchimia), è una creazione per (e con) un fratello e una sorella.
Vittoria Caneva, Anna Grigiante, Ilaria Marcolin, Elena Sgarbossa
costumi "I Talenti" di Paola Comunello
musiche Vittoria Caneva
con il supporto di Università di Padova, Orto Botanico e Villa Parco Bolasco
Culla della scienza, degli scambi scientifici e dello studio delle relazioni tra natura e cultura, l’Orto Botanico di Padova, sito Unesco dal 1997, collabora nuovamente con Operaestate per una nuova creazione coreografica, site specific per gli ambienti dell’orto botanico. Affidata a quattro giovani danzautrici: Vittoria Caneva, Anna Grigiante, Ilaria Marcolin, Elena Sgarbossa, impegnate in una ricerca dedicata all’elemento dell’ossigeno, essenziale per la vita sulla Terra, le autrici e interpreti sono guidate da due domande: come cambia il respiro in base all’ambiente? Come cambia lo sguardo, e si appoggia su ciò che circonda lo spettatore? Nasce così Ossigeno/Coexistence, una performance site-specific in cui ambiente, spettatori e artiste abitano il medesimo luogo, guidati da un invito a percepire ed esplorare un habitat complesso in cui presenze, corpi e paesaggio si mescolano per incoraggiare la tridimensionalità dei sensi. A partire da un’attivazione collettiva in dialogo con l’architettura naturale e artificiale dell’Orto, nasce un’orchestra di visioni personali e gentili che coesistono e lasciano fiorire uno sguardo collettivo fatto di diversità. Il corpo delle danzatrici si dispiega tra gli elementi dell’ambiente, i respiri, le geometrie, i dettagli: registra e restituisce una delle tante visioni possibili, diventando un amplificatore di texture, dinamiche e sensazioni. Un’esperienza personale e sotterranea, che concede tempo per vivere collettivamente un ambiente.
ATTENZIONE: A CAUSA DEL METEO INSTABILE, LO SPETTACOLO ANDRA' IN SCENA ALLA SALA DA PONTE. INVARIATO L'ORARIO: 23 AGOSTO ORE 21.
Prima Nazionale coproduzione Operaestate Festival Veneto
Swaën coreografia e danza di Camilla Monga musica Filippo Vignato, Emanuele Maniscalco liberamente ispirata da Il Cigno di Camille Saint-Saëns creative producer Marco Burchini produzione VAN coproduzione Operaestate Festival e CSC di Bassano, Festival Bolzano Danza
Living like I know I’m gonna die coreografia, invenzione e danza Francesco Saverio Cavaliere, Fabio Novembrini, Siro Guglielmi, Roberta Racis, Silvia Sisto suono F. De Isabella styling Ettore Lombardi foto e video Tonia Laterza produzione Fabbrica Europa, Operaestate Festival/CSC di Bassano
L’Animale coreografia e danza Chiara Bersani scena e luce Valeria Foti con la collaborazione di Richard Gargiulo e Sergio Seghettini drammaturgia vocale Francesca Della Monica accompagnamento alla drammaturgia e promozione Giulia Traversi accompagnamento alla creazione Marco D'Agostin / Elena Giannotti supporto al processo creativo Federica Della Pozza produzione corpoceleste c.c.0.0 # co-produzione Operaestate Festival/CSC, Fabbrica Europa, Bolzano Danza |TanzBozen, Gender Bender Festival
Open Drift coreografia Philippe Kratz con Antonio Tafuni e Nagga Giona Baldina musica Borderline Order
Peso Piuma coreografia e danza Silvia Gribaudi in collaborazione con Zebra Cultural Zoo
La morte del cigno coreografia Michel Fokine per Anna Pavlova con Virna Toppi musica Camille Saint-Saëns
Cosa resta oggi di un'opera coreografica considerata una pietra miliare della storia della danza occidentale dell’inizio del XX secolo? In che forme e in quali corpi è sopravvissuta nel tempo? Chi ne raccoglie l'eredità? Il progetto Swans never die invita il pubblico e gli artisti a pensare a La morte del cigno, come un’opportunità per conoscere le molte forme della sua esistenza nel tempo, da quando fu coreografato da Michel Fokine per Anna Pavlova nel 1905. Seguendo le tappe di questo viaggio tra storia e memoria della danza, lo spettatore avrà modo di scoprire in che corpi sopravvive un’opera coreografica del passato, chi ne raccoglie l'eredità e perché, che valori può trasmettere oggi e in futuro. In scena a Bassano, nella serata intitolata Swans e costruita in dialogo con gli artisti coinvolti, la versione classica interpretata da Virna Toppi, prima ballerina del Teatro alla Scala, e le creazioni originali di Chiara Bersani, Collettivo MINE, Silvia Gribaudi, Philippe Kratz e Camilla Monga. Swaën In Swaën, Camilla Monga invita due musicisti a reinterpretare la stessa partitura, realizzando una composizione in parte scritta e in parte improvvisata: lo stesso principio che guida la struttura coreografica, e che rievoca la libertà interpretativa di Anna Pavlova. Living like I know I’m gonna die Collettivo MINE, invece, crea una danza per cinque corpi: due coppie e un singolo, per un corpus unico di braccia al-lacciate in un reticolo di incontri fulminei che attraversano lo spazio con un andamento progressivo ed ineludibile: come una vera lotta contro la morte, incarnando nel cigno un simbolo della transitorietà dell’esistenza. L'Animale In L'Animale, Chiara Bersani indaga l’anima come luogo di movimento e trasformazione, e per avvicinarsi al cigno decide di passare attraverso una domanda: cosa succede quando guardando la profonda notte riusciamo a riconoscerci attraverso il canto? Open Drift Philippe Kratz crea invece un pezzo per due interpreti, Open Drift, in cui tenta di catturare ogni transizione e trasformazione, ogni singolo momento di passaggio. Peso Piuma Insieme al pubblico, Silvia Gribaudi in Peso Piuma ricerca l’intimità del corpo, l'abbandono ad esso, il ricostruire di nuovi movimenti, con fatica e felicità, ripetendo quelle braccia e quel collo spezzato tipici della Pavlova. La morte del cigno Chiude la serata La morte del cigno, la coreografia di Fokine, interpretata da Virna Toppi, che ha focalizzato la propria ricerca sulla ricca storia di interpreti del pezzo e sul suo personale approccio alla figura del cigno in danza.