Skip to main content

EMILIA VERGINELLI

Lourdes

EMILIA VERGINELLI

Lourdes

27 Agosto 2024 | 18.30
Spazio Corona,
Bassano del Grappa
Visualizza sul Google Maps

Condividi questo evento


Lourdes è la storia di un incontro, di più incontri. È il racconto di chi è stato e chi non è mai stato a Lourdes.

di e con Emilia Verginelli
e con Dario Costa
consulenza letteraria Sara De Simone
suono Francesca Cuttica
luci Camila Chiozza
produzione Bluemotion
© Claudia Pajewski
ringraziamenti Roberta Luciani, Viola lo Moro, Andrea Pizzalis, Naoures Rouissi, Filomena Fusco, Vincenzo Rilletti, Benedetto Patruno, Ubaldo, Gianni, Alessandro, Andrea Beghetto, Luisa Merloni, Elisa Alessandro, Elena Bastogi, Benedetta Boggio, Giorgina Pi, Lucia Calamaro,
traduzioni a cura di Brianda Carreras, Alexia Sarantopoulou, Elise Blotière, Tomasz Kireńczuk, Naoures Roussi, Neon Loriga, Yan Duyvendak
interpretazione LIS Edgarda Samaritani
progetto sostenuto da FONDO Network per la creatività emergente sviluppato da Santarcangelo Festival con AMAT, Centrale Fies, ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fabbrica Europa, I Teatri di Reggio Emilia, L'arboreto - Teatro Dimora | Centro di Residenza Emilia- Romagna, Operaestate Festival Veneto / CSC Centro per la Scena Contemporanea, Ravenna Teatro, Teatro Pubblico Campano, Teatro Pubblico Pugliese, TSU Teatro Stabile dell'Umbria, Triennale Milano Teatro
incontri artistici a cura di FONDO Yan Duyvendak, Camille Louis, Ana Pi
tra le vincitrici del Progetto CURA 2022 Elsinor Centro di Produzione Teatrale / Teatro Cantiere Florida (Firenze) + Cross residence (Ameno, Verbania)
residenze (2020-2023) Teatro India - Teatro di Roma (Roma), fivizzano27 (Roma), KRAKK (Santarcangelo di Romagna), Ateliersì (Bologna), Spazio ‘500 ( Vigolo Vattaro) Angelo Mai (Roma), Centrale Fies (Dro), AMAT e Teatri di Pesaro (Pesaro), Teatro Nuovo (Napoli), Teatro Pubblico Pugliese (San Vito dei Normanni)

Lourdes è la storia di un incontro, di più incontri. È il racconto di chi è stato e chi non è mai stato a Lourdes. C’è chi lo immagina, chi lo detesta, chi avrebbe voluto andare lì per chiedere un miracolo. È una conversazione, una serie di dialoghi accaduti nel tempo tra me e più persone, non in ordine cronologico ma è un ordine che passa dalla narrazione al ricordo, dal ricordo ad una riflessione per restare nel presente della rappresentazione scenica. Così le dimensioni temporali si sovrappongono, nel connettere le strade del passato con quelle del presente. Voci tangibili, testimonianze reali da cui partire per un’osservazione clinica del fenomeno “Lourdes”. Una ricerca al confine tra il me e l’altra persona. Il sentimento è quello dell’incertezza, e al contempo è una ricerca dell’impersonale. 

Lourdes è una condivisione scenica pensata per un pubblico ristretto, in un tempo dilatato e ripetuto scandito non esclusivamente dalle performer ma dal pubblico stesso. Lourdes chiede al suo pubblico di abitare lo spazio scenico performativo, non viene meno solo la frontalità del palco (che non c’è), ma la volontà è quella di azzerare la centralità delle performer come centro d’interesse e di focus visivo, per dislocare occhi e mani verso altre direzioni e azzerarne una gerarchia. Si offre al pubblico la possibilità di non essere relegati al ruolo di chi guarda, ma di abitare lo spazio nella sua interezza. Oltre a poter attraversare lo spazio a proprio piacimento (rimanendo sedute sulle sedie, sdraiandosi per terra, spostandosi e decidendo attivamente dove posare lo sguardo e l’attenzione) il pubblico è invitato a interagire con numerosi oggetti di scena, che non sono altro che i materiali di ricerca che sono stati usati durante la creazione di Lourdes: penne e matite, fogli, i testi su cui abbiamo studiato, e molto altro. Questa potenziale distrazione è per noi una porta d’accesso a un’esperienza inedita di abitare lo spazio scenico, di costituirsi in qualche modo come una comunità provvisoria e in continuo mutamento. Inoltre, la trascrizione (in numerose lingue) di ciò che viene detto è trasmessa su molteplici smartphone disseminati per lo spazio, e che potranno essere consultati a piacimento dal pubblico. Oltre ad essere uno strumento di accessibilità per persone non udenti, per il pubblico non italiano e per chi fatica a tenere alta la soglia dell’attenzione, questa disseminazione performativa allontana ancora di più la performer dalla sua centralità scenica, consentendo l'accesso ad una immersione sonora.

Emilia Verginelli nasce a Roma e si diploma negli Stati Uniti. È attrice, performer e regista. Dal 2004 lavora nel cinema. Dal 2011 al 2019 è membro della compagnia Sud Costa Occidentale di Emma Dante. Dal 2001 collabora per dieci anni all’opera don Guanella di Roma, un istituto che accoglie persone con disabilità, come volontaria teatrale. Nel 2003 crea un laboratorio teatrale permanente all’interno di strutture del tribunale dei minori per cui fonda in seguito la Onlus Gruppo Sorriso. Ad oggi è attiva nei progetti Regalo Sospeso e Presente Sospeso che si occupano di inserire adolescenti non accompagnati, nel mondo del lavoro. Nel 2010 crea fivizzano27, spazio culturale indipendente nel quartiere Pigneto di Roma, dalla volontà di creare una rete di collaborazioni e condivisione tra le diverse realtà teatrali contemporanee. Uno spazio lontano dalle logiche produttive ma che genera e produce scambi, relazioni e fasi embrionali di oggetti performativi. Nel 2019 firma la regia e l’ideazione di io non sono nessuno. Il progetto finalista al premio Scenario 2019 arriva in anteprima a Short Theatre 2020 e debutta a Santarcangelo Festival 2050. Nel 2023 debutta con Lourdes a Santarcangelo Festival, anche qui indaga dove si colloca il sé oltre la collettività̀.