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STIVALACCIO TEATRO

La cena dei buffoni

STIVALACCIO TEATRO

La cena dei buffoni

07 Agosto 2023 | 20.30
Ristorante Da Doro ,
Solagna
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Prezzo: Unico € 35 cena compresa

Accessibilità



Luogo alternativo
in caso di maltempo
Palestra Comunale di Solagna, Via Papa Giovanni

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Sei buffoni serviranno parole e musiche, ma anche gustose pietanze.

SOLD OUT

Prima Nazionale
regia Marco Zoppello
interpreti Sara Allevi, Matteo Cremon, Michele Mori, Stefano Rota, Pierdomenico Simone, Marco Zoppello
costumi Lauretta Salvagnin
produzione Stivalaccio Teatro
in coproduzione con Operaestate Festival

Con il sostegno di   camera di commercio vi

Prenotazione obbligatoria

MENÙ

Entrée
Zucchina con erba menta, peperoncino, sedano e cardamomo

Aringa in bellavista

Primo
Risotto di stagione

Secondo

Trancio di trota al forno ai colori con olive, capperi, pomodori e zucchine

Dolce
Pinza con salsa al vino rosso 

Digestivo "Mela Dry" con succo di mele, vodka, succo di limone, bitter e menta 

Si mangia con gli occhi, si ride di gusto, ci si sbellica dalle risate… da sempre cibo e teatro sono legati in maniera indissolubile. Per una sera faremo un salto indietro, fino all’inferno Medioevale dei buffoni, dei giullari, ma anche al medioevo di pane e cipolla, pasta e fagioli, ceci, arrosti, lenticchie, polente e focacce.
Una cena animata o meglio, disturbata, da alcuni buffoni provenienti direttamente dal XV° secolo, epoca dei saltimbanchi e dei giullari.
Per allietare i commensali giunti da ogni dove per tal convivio, i guitti di Stivalaccio Teatro si esibiranno in monologhi, stornelli, travestimenti e chi più ne ha più ne metta! I condimenti delle pietanze, oltre ai sughi prelibati delle cucine, saranno la follia, l’iperbole, il grottesco, il basso corporeo mescolato con l’improvvisazione.
I grandi poeti hanno scritto pagine indimenticabili dedicate al mondo del gusto e della buona cucina. Ma in questa occasione, i buffoni serviranno antipasti profumati dai nomi discutibili, piccanti leccornie servite dalle Carampane, lauti secondi a base di porcello e ciuchino. Racconta il regista Marco Zoppello “L’inferno e tutti i suoi sulfurei carcerieri sono alla base della tradizione popolare e dei racconti dei cantastorie. Esso racchiude al suo interno l’alto e il basso, il tragico e il grottesco.
Ce ne consegna immortale esempio l’Alighieri con il suo diavolo Barbariccia, nel canto XXI dell’Inferno; senza nemmeno il bisogno di scomodare il diavolo Alichino, padre della celeberrima maschera dal vestito variopinto. Ma di storie, novelle, cantari e stornelli ce ne sono e ce ne sarebbero molti.
A narrare questi episodi sono tre attori o meglio buffoni, comici, reietti, gente disposta a tutto per portare il riso. Lo faranno servendosi dell’arte buffonesca, quella maestria quattrocentesca che partorì poi la grande tradizione dei comici dell’Arte”.