Summary: In residenza artistica negli spazi del CSC San Bonaventura dal 22 gennaio al 5 febbraio, Giovanna Garzotto e Vittoria Caneva iniziano la loro ricerca intitolata "Out of context"
Data evento: 02-02-2024
Dove: CSC San Bonaventura
Tipologia: Danza
Supporto drammaturgico di Greta Pieropan
Sostegno artistico di Base 9
Cos’è il contesto? Come il contesto informa la nostra lettura, la nostra percezione e la nostra interpretazione di immagini iconografiche, di “capolavori” universalmente riconosciuti come tali? E come leggiamo due corpi che si relazionano tra loro in contesti, spaziali, temporali, sociali diversi? Esiste una chiave di lettura universale? Esistono “questioni” non negoziabili, inequivocabilmente definite, indipendentemente dai contesti? Queste sono le domande che muovono la prima fase di ricerca di Out of Context, il nuovo progetto di Giovanna Garzotto e Vittoria Caneva.
Giovanna Garzotto, danzatrice, insegnante, dance maker indipendente, si è formata alla London Contemporary Dance School. Ha collaborato come danzatrice e come assistente alla creazione con artisti quali Yasmeen Godder, Chiara Frigo, Itamar Serussi, Stian Danielsen, Sharon Fridman, Andrea Costanzo Martini, Ivan Perez, Beatrice Bresolin, Emma Critchley, Melanie Demers. È membro fondatore di Base 9, comunità artistica che crea progetti coreografici, partecipativi e laboratoriali e collabora da alcuni anni con Associazione Culturale Zebra. Dal 2013 è insegnante Dance Well - Movement Research for Parkinson’s. Nei suoi lavori ama abitare luoghi non convenzionali e favorisce progetti che entrano in dialogo con le comunità e che scaturiscono da processi di cooperazione e condivisione.
Vittoria Caneva è una danzatrice e coreografa italiana. Dopo il diploma al Balletto di Roma, lavora come performer per Yasmeen Godder, Nora Chipaumire, Melanie Démers, Masako Matsushita, Kinkaleri, Pietro Marullo, Andrea Rampazzo, Beatrice Bresolin, Giorgia Lolli. Dal 2020 collabora con Masako Matsushita per il progetto di archiviazione Diary of a Move. È insegnante Dance Well - Movement Research for Parkinson’s, presso le sedi di Bassano del Grappa, Schio, Roma. Come freelance attiva nei festival e nei centri di residenza italiani ed europei, coltiva il suo interesse per pratiche fisiche e coreografiche che sfidano i temi della sostenibilità, dell’inclusività e dell’empatia. È membro fondatore di Base 9, comunità artistica che crea progetti coreografici, partecipativi e laboratoriali. Collabora da alcuni anni con Associazione Culturale Zebra. Con Lucciole-L’arte del dubbio è stata finalista per DNAppunti coreografici 2022, nell'ambito di Romaeuropa Festival.
Summary: In residenza artistica negli spazi del CSC San Bonaventura dal 5 al 19 febbraio, Ilenia Romano prosegue la propria ricerca intitolata "My ever changing string"
Data evento: 16-02-2024
Dove: CSC San Bonaventura
Tipologia: Danza
concept e danza Ilenia Romano musica Stefano Scodanibbio, Voyage that never ends [I Voyage started, II Voyage interrupted, III Voyage continued, IV Voyage resumed] produzione PinDoc con il sostegno di Teatro del Carro/Residenza Artistica MigraMentiBadolato, Centro Nazionale di Produzione Virgilio Sieni, CSC-centro per la Scena Contemporanea/Bassano OperaEstate Festival Veneto, IntercettAzioni/CLAPS Circuito Lombardia, Centro di Residenza della Toscana (Armunia- CapoTrave/Kilowatt) parte di ResiDance azione del Network Anticorpi XL foto A. Ficai
“Una corda di contrabbasso ha una vita propria? Si scorda, tende, si contorce, vibra... Trova la sua personale accordatura e procede per escursioni termiche, muta con l’arido e con l’umidità. I suoi moti interiori la sfregano, la percuotono, la pizzicano. E intanto, i suoi umori producono timbri dentro una rete di movimenti estemporanei.”
My ever changing string è un lavoro di sperimentazione sul rapporto di assonanza- dissonanza-risonanza tra movimento e partitura musicale composta da quattro parti. Il suono di un unico ‘strumento corpo’ intesse un dialogo estemporaneo col suono del contrabbasso di Stefano Scodanibbio in Voyage that never ends. La trasformazione del corpo in movimento si fa scultura cangiante e (ri)sonante nel tempo e nello spazio, declinando ‘suono visibile’ in relazione al ‘suono udibile’ della musica. Tra le maglie di questo legame vengono così indagate le molteplici possibilità formali, di senso, d’immaginario, all’interno di una struttura coreografica definita nel macro che viene ogni volta rivissuta e ricreata nel micro (similarmente alla natura processuale della composizione musicale). Le modificazioni di stato del corpo (indotto e/o dedotto dalla declinazione di diverse ‘qualità-textures’), in costante rapporto coi diversi parametri sonoro-cinetici, determinano cambiamenti a livello energetico, temporale, dinamico, percettivo e creano insieme alla musica una sorta di narrazione astratta fortemente evocativa.
Summary: In residenza artistica negli spazi del CSC San Bonaventura dal 29 febbraio al 7 marzo, Roberta Racis, Samuele Cestola, Martina Badiluzzi e Dea Merlini proseguono la loro ricerca intitolata "Atto Bianco"
Data evento: 06-03-2024
Dove: CSC San Bonaventura
Tipologia: Danza
progetto, coreografia, danza: Roberta Racis suono e musiche eseguite dal vivo: Samuele Cestola collaborazione drammaturgica: Dea Merlini, Martina Badiluzzi luci: Giulia Pastore direzione tecnica: Mattia Bagnoli set, scenografia: Cmf Scenografie costume: Rebecca Ihle foto e video: Luca del Pia produzione generale: Pietro Monteverdi promozione, cura: Jean-François Mathieu produzione: Oscenica in coproduzione con: Fabbrica Europa con il sostegno di: Primavera dei Teatri, Inteatro Polverigi, Fondazione Armunia, Fondazione Politeama - Città di Catanzaro
Con Atto Bianco, Roberta Racis apre una nuova fase della propria ricerca artistica e inaugura una trilogia dedicata al tema delle radici e dell’eredità famigliare. Dopo questo primo lavoro incentrato sulla figura materna, il progetto proseguirà con Torrada, dedicato alla sua cultura d’origine sarda, e infine con Uccidere i padri, in cui l’artista affronterà la questione della paternità, artistica e famigliare; un capitolo conclusivo che, strutturato come una lettera, dialogherà con Le Sacre di Igor Stravinsky attraverso una rilettura percussiva.
Il bianco, dominante sin dal titolo della creazione, è un colore dalla storia particolare ed evoca una serie di rifrazioni concettuali cui l’ autrice ha attinto per la composizione di questo lavoro in cui danza, voce e canto strutturano sinergicamente l’azione. Roberta Racis compone un omaggio al materno che è anche uno studio sull’atto bianco del balletto romantico. La scena cosparsa di foglie è richiamo a una natura che è sia amica del corpo, sia residuo di un mondo (o qualcosa, o qualcuno) che non è più. L’atto bianco è generalmente il secondo atto di spettacoli il cui libretto narra vicende a cavallo tra il mondo dei vivi e una dimensione ultraterrena. Si tratta di atti in cui, dopo la morte di un personaggio, solitamente femminile, l’aldilà si manifesta. Un mondo, bianco e magico, che uniforma spazio e tempo. Il corpo di ballo, in tutù bianco, staglia virtuosismi in formazioni geometriche mentre le soliste danzano intrecci di passi a sottolineare la superiorità “fatale” di quegli stessi corpi. Precursore di un’oggettivazione dei corpi, l’atto bianco si predispone, oggi, a un’indagine come quella di Roberta Racis che riflette sul femminile facendo deflagrare l’approfondimento personale sulla fragilità e sul lutto in una serie più ampia di possibilità.
Gaia Clotilde Chernetich
Roberta Racis è una danzatrice e coreografa basata a Roma. Inizia la propria carriera come interprete. Ha lavorato in Italia, Portogallo, Belgio e Francia danzando per CPBC (Companhia Portuguesa de Bailado Contemporaneo) sotto la direzione di Vasco Wallenkamp e per la compagnia italiana Balletto di Roma. Ha collaborato con vari artisti tra cui Alessandro Sciarroni, Chris Haring (Liquid Loft), Itamar Serussi Sahar, Paolo Mangiola, Francesca Pennini e molti altri. Dal 2018 ad oggi ha sviluppato la propria ricerca coreografica come artista ospite di numerosi progetti europei ed internazionali( Performing Gender, D&D Dance and Dramaturgy, Crisol Creative Processes) Con il Collettivo Mine è coreografa, performer e co-fondatrice insieme a Fabio Novembrini, Siro Guglielmi, Saverio Cavaliere e Silvia Sisto. Nel 2023 è coreografa ospite per l’ Attakkalari Dance Company e docente presso l’Attakalari Centre for Movement Arts di Bangalore in India.
Samuele Cestola, è un polistrumentista, sound designer e performer. Dopo essersi trasferito a Roma nel 2009 per approfondire gli studi di arte drammatica, integra la sua formazione di bassista con la composizione di drammaturgia musicale. Attualmente, crea atmosfere sonore che si fondono con gli ambienti quotidiani, esplorando il ruolo della musica come "performer" o addirittura come voce aggiunta nella pièce teatrale. Nel 2015, vince il Roma Fringe Festival con il live set "FAK FEK FIK le tre giovani, Trilogia Werner Schwab (Dante Antonelli). Prosegue gli studi di sound design con Franco Visioli, debuttando alla Biennale di Venezia con il progetto vincitore del bando registi under 30 "The making of Anastasia" di Martina Badiluzzi.
Martina Badiluzzi è regista, autrice e interprete. Vince il bando “Registi Under30” della Biennale di Venezia per la direzione di Antonio Latella con lo spettacolo “The making of Anastasia”. È attrice in “Nous aurons encore l’occasion de danser ensemble” spettacolo della compagnia Deflorian/Tagliarini. Scrive e dirige “Rumori” un progetto musicale per RomaEuropa Festival 2020 e “Silenzio” opera contemporanea, suo il libretto originale su musica della compositrice Anna Sowa, per la Fondazione Haydn di Bolzano. Nel 2022 debutta “Penelope” spettacolo co-prodotto da Roma Europa Festival che ha ricevuto la candidatura Ubu alla miglior attrice Under35 per Federica Carruba Toscano. Dirige Barbara Chichiarelli in “Cattiva sensibilità" monologo dedicato al romanzo “Jane Eyre”.
Dea Merlini è una ricercatrice, traduttrice e lavoratrice dell’editoria. Ha studiato Lettere presso la Scuola Normale di Pisa e nel 2022 ha conseguito un dottorato in Studi Postcoloniali presso l’Università di Coimbra (Portogallo). Durante questo soggiorno, ha collaborato anche al progetto Universidade das Quebradas, pensato per connettere il mondo universitario alla produzione culturale in contesti di periferia urbana. Ha scritto articoli accademici per periodici nazionali e internazionali e collaborato con recensioni di libri alle riviste culturali Marvin, DinamoPress e Jacobin Italia. Al momento è social media manager della casa editrice Atmosphere.
Summary: In residenza artistica negli spazi del CSC San Bonaventura dal 13 al 19 marzo, Corps Citoyen prosegue la ricerca intitolata "Barrani"
Data evento: 18-03-2024
Dove: CSC San Bonaventura
Orario: sharing alle 18.00
Tipologia: Teatro
Barrani è una performance - concerto dove danza, parola poetica e multimedialità permettono una nuova scrittura per sé, tra presente, passato e futuro, in uno spazio terzo e mediano che è tra i due poli del viaggio e che non esiste se non nel tempo della performance: lo spazio della narrazione.
Fuori luogo, a-topos, déplacée. Una presenza fuori posto, “ sempre nel posto sbagliato” nelle parole di Edward Said, che non trova spazio né all’origine né all’approdo. Questo essere a-topos secondo Abdelmalek Sayad è una delle caratteristiche ricorrenti dell’esperienza migratoria, che configura una percezione di sé nella “doppia assenza” tra il luogo d’origine e quello di approdo. Barrani in tunisino è lo straniero, letteralmente “quello viene da fuori (el barra)”, chi ha intrapreso il viaggio verso l’Europa.
A tutti noi, generazione della diaspora, cittadini europei non nativi, è dedicato questo lavoro di ricerca, un interrogarsi, individuale e collettivo, sulla partenza e sull'arrivo, sul desiderio e sui suoi limiti, sul qui da costruire e sul là come memoria, un presente nostalgico e un futuro pensato come un ritorno al passato. Stabilità, mobilità, cosa porto con me e cosa lascio indietro. Nostalgia, esilio, la lingua madre sono alcuni dei colori di un viaggio in un tempo non lineare, dove la presenza è duplice e connessa, la memoria un rifugio e il corpo un archivio di ritualità gestuali che fanno casa.
Corps Citoyen الجسد المواطن è una piattaforma collettiva, fondata a Tunisi da Anna Serlenga, Rabii Brahim, Saoussen Babba, Aymen Mejri, Francesca Cogni, Alessandro Rivera Magos e Lilia Ben Romdhane, dove vengono prodotti progetti condivisi e multidisciplinari, ma anche opere individuali degli artisti del gruppo in collaborazione con altri artisti e professionisti. Dal 2018 il collettivo ha sede a Milano, dove il team si è ampliato con la direzione tecnica di Manuel D'Onofrio e la cura della produzione di Alessandra Di Pilato. Nel 2020 emerge l'urgenza di avviare una ricerca performativa decoloniale(The Others لخررین; The Political Body Workshop; The Others 2_остали; Barrani - La doppia assenza). Dal 2022 il collettivo è associato a Base Milano per il triennio 2022-2024. Dal 2023 è anche artista associato alla piattaforma europea IN SITU. Parallelamente alla produzione artistica, dal 2020 Corps Citoyen ha dato vita al progetto curatoriale Milano Mediterranea.
Summary: Vincitore di DNAppunti coreografici 2022, Alessandro Marzotto Levy sarà in residenza artistica al CSC S. Bonaventura dal 21 maggio al 4 giugno 2023, per proseguire la ricerca intitolata "Irene".
Data evento: 04-06-2023
Dove: CSC San Bonaventura
Orario: sharing a porte chiuse
Tipologia: Danza
Vincitore di DNAppunti coreografici 2022, l'artista della danza Alessandro Marzotto Levy sarà in residenza artistica al CSC S. Bonaventura per proseguire la ricerca intitolata "Irene".
Ideazione e coreografia: Alessandro Marzotto Levy Composizione musicale: Flavia Passigli Supporto artistico: Alice Consigli / Physalia Supporto alla Produzione: Tir Danza Progetto vincitore di DNAppunti Coreografici 2022.
IRENE affronta la morte. Lo spazio creato dalla mancanza. La lontananza. La risoluzione e l’assenza non vanno per mano. La vita va avanti immediatamente, non aspetta i lutti e niente può sembrare più assurdo. Lo spettacolo si sviluppa nella scena con l’esplorazione delle sensazioni del corpo davanti alla perdita. La memoria dei momenti vissuti viene tradotta in linguaggio coreografico fatto di azioni rituali che celebrano un crescendo di emozioni e la sensazione del tempo che passa inesorabile. Un altro elemento alla base della ricerca coreografica è l’esplorazione della caduta come traduzione ritmica, sfiancante e ricorrente dell’assenza. Le memorie così difficili da tenere salde, sono l’unica cosa a cui ci possiamo aggrappare. Durante le residenze del 2023 lo spettacolo vuole decollare verso dimensioni astratte, politiche e oniriche, con l'intenzione di creare una celebrazione non educata o coerente ma di spaziare nell'inesplorato e caotico sempre mantenendo la possibilità ad un pubblico di avere una chiave di lettura.
Nato a Firenze, Alessandro Marzotto Levy è un danzatore, coreografo, curatore ed insegnante, la cui formazione e carriera ha coinvolto diversi paesi europei. Lasciata la Toscana da giovanissimo inizia a ballare e si forma alla Rambert School di Londra. Dall'Inghilterra passa alla Spagna per completare la sua formazione con IT Dansa, compagnia nella quale ha l'opportunità di ballare il repertorio di coreografi come Jiri Kylian a Ohad Naharin. A Groningen in Olanda inizia la sua ricerca coreografica sotto l'ombrello della casa di produzione Random Collision e lavora come danzatore per coreografi come Jasmine Ellis e Leo Lerus. Di ritorno in Inghilterra forma una compagnia di danza, Impermanence Dance Theatr. All'interno di Impermanence Alessandro è attivo come danzatore/performer ma anche nell'ambito della produzione e dalla coreografia e cura piccoli festival e serate di danza al Bristol Old Vic. Facendo tappa a Berlino, dove consolida la sua passione per la curatela di festival e l'insegnamento, Alessandro e' da poco tornato a vivere sulle sue colline intorno a Firenze, dove si dedica alla sperimentazione con agricolture biologiche e l'autosostentamento.