Sottotitolo: Vittoria Caneva/ Silvia Sisto/ Daniele Ninarello/ Isabel Paladin
Data evento: 12-09-2021
Dove: Artesella
Prezzo: € 15 (prenotazione obbligatoria)
Orario: 19.00
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Tipologia: Danza
Luogo alternativo: annullato in caso di maltempo
Prima Nazionale coproduzione Operaestate Festival Veneto
Quattro giovani danz’autori, dai linguaggi e dalla ricerca creativa diversi tra loro, sono chiamati a realizzare danze di durata per il museo di Arte Sella. Vittoria Caneva, Silvia Sisto, Daniele Ninarello e Isabel Paladin presenteranno creazioni originali e interattive, per un immaginario percorso alla scoperta dei linguaggi dell’arte contemporanea, senza dimenticare l’essenziale dialogo con lo splendido paesaggio naturale in cui il museo trova il proprio habitat e la propria identità speciale. Una passeggiata alla scoperta di come natura e linguaggi umani si ispirino a vicenda, coesistendo in armonia.
Arte Sella è partner del progetto:
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Sottotitolo: Coreografie di Melanie Demers e Siro Guglielmi
Data evento: 18-09-2021
Dove: Piazza Corte Maggiore
Prezzo: partecipazione libera
Orario: 18.00
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Tipologia: Danza
Prima Nazionale coproduzione Operaestate Festival Veneto
Waltzing Alone coreografia Mélanie Demers con Beatrice Bresolin, Vittoria Caneva, Giacomo Citton, Federica Dalla Pozza, Giovanna Garzotto, Anna Grigiante, Ilaria Marcolin, Isabel Paladin, Elena Sgarbossa
Ghost Story (primo studio)
coreografia e interpretazione
Francesco Saverio Cavaliere
Siro Guglielmi
produzione ZEBRA
con il supporto di CSC di Bassano del Grappa
La danza torna ad abitare lo spazio pubblico della piazza principale di Montebelluna, in occasione di CombinAzioni festival. In scena coreografie di Mélanie Demers, che da Montréal, ha guidato gli artisti del territorio nella scoperta di nuove strategie di co-creazione attraverso lo spazio digitale, e la creazione dei danz’autori Siro Guglielmi e Francesco Saverio Cavaliere. Apre la serata una polifonia di danze nate on-line, basata su una partitura creata da Demers per un assolo: ciascun artista è chiamato a sviluppare la coreografia in modo personale ed eseguirla contemporaneamente agli altri. Una moltiplicazione e accumulazione che si costruiscono in diretta: una costellazione di danze, in cui ciascuno mantiene la propria identità ma non ignora l’altro. Il progetto, infatti, indaga le interpretazioni che un singolo movimento può scatenare e i differenti filtri che lo sguardo e la sensibilità del singolo può proiettare su uno stesso oggetto. Ghost Story, invece, mette in scena la relazione tra due corpi in una co-costruzione coreografica che avviene all’interno di alcune regole prestabilite. Un dialogo condiviso ricco di elementi diversi, dove la danza, espressione di processi interni, agisce sul confine tra controllo e perdita del controllo, tra presagito e imprevisto. Un meccanismo che lascia emergere la memoria dei corpi e delle immagini, e mantiene aperta la possibilità di adattarsi ad altri spazi.
Ossigeno/Coexistence è una performance site-specific individuale e condivisa, in cui natura, spettatori/spettatrici e artiste abitano lo stesso luogo. Un invito gentile ad accogliere ed esplorare un ambiente complesso, ad entrare in dialogo con esso attivando tutti i sensi e a godere di un’esperienza intima e sotterranea. Come può l’azione del respirare creare un senso di coesistenza tra corpo e movimento? Come possiamo respirare insieme?
musica di Gaetano Donizetti dramma buffo in tre atti di Giovanni Ruffini
Maestro concertatore e direttore Giancarlo Andretta regia Giuseppe Emiliani progetto visual Federico Cautero costumi Stefano Nicolao
interpreti Don PasqualeAdolfo Corrado * NorinaGiulia Mazzola * Dottor Malatesta Matteo Guerzé * Ernesto Pietro Adaini Un NotaroAntonio Feltracco
* Vincitori del 50^ Concorso Internazionale per Cantanti Toti Dal Monte
Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Coro Iris Ensemble diretto da Marina Malavasi
Nuova Produzione coproduzione: Comune di Bassano del Grappa, Teatro Comunale di Treviso, Comune di Padova, Teatro Sociale di Rovigo
Chiude il festival 2021 una deliziosa opera buffa, coinvolgente e dal ritmo serrato. Gioiello dell’opera comica ottocentesca, è l’ultimo capolavoro di Gaetano Donizetti ed anche una delle sue partiture più smaglianti, capace di appassionare il pubblico per l’irrefrenabile voglia di divertire. È l’antica trama del vecchio (don Pasquale), economo e celibe, raggirato con l’offerta di una sposa ingenua, in realtà invece scaltra e maliziosa, che ama riamata il giovane nipote di don Pasquale. Equivoci e travestimenti, finte nozze, spese pazze, simulati tradimenti, fanno sì che il vecchio maledica il suo matrimonio, fino a scoprire la verità architettata a suo danno e a rassegnarsi volentieri a benedire le nozze, questa volta tra i due giovani. Il libretto, come pure la definizione drammaturgica offerta dalla musica di Donizetti è un modello di eleganza e un vero manuale di comicità, ritmata da un intuito teatrale malizioso e attuale. Eppure il Don Pasquale è qualcosa di più di un’opera buffa. È una riflessione lucida, disincantata, spietata sulla vecchiaia e sul contrasto generazionale. Lo stesso libretto ci dice che Don Pasquale è un «vecchio celibatario, tagliato all’antica», Norina una «giovane vedova», Ernesto «giovine entusiasta». Malatesta non ha appellativi anagrafici, ma caratteristiche tali («uomo di ripiego, faceto, intraprendente») da escludere che sia troppo in là con gli anni. Questo conflitto ci offre una chiave di lettura fondamentale. In un’opera intrisa di lirismo e di cantabilità, che sia impostura, finzione, sfogo emotivo tutti cantano, tranne Don Pasquale (che anzi è talvolta costretto a fare da spettatore). Tutto ciò mal si addice però al desiderio di ringiovanire (sposare una donna giovane, fare tanti figli) del protagonista. Un desiderio che si schianta miseramente contro la sberla di Norina nel terzo atto. Un gesto estremo, inusitato, che colpì profondamente il pubblico dell’epoca, ma necessario, quasi terapeutico. È come un risveglio - pur se amaro - da un sogno. Insomma Donizetti, scegliendo un soggetto arcinoto, spiazza le attese del pubblico, lo catapulta nel reale e gliene fornisce un’immagine deformata dall’umorismo, intrisa di malinconia e di «ilare rassegnazione».
A causa del previsto maltempo, lo spettacolo andrà in scena al Teatro Remondini. Invariati data e orario.
Preludio coreografia Diego Tortelli con Clément Haenen, Arianna Kob, Ivana Mastroviti, Roberto Tedesco, Hélias Tur-Dorvault musica Nick Cave luci Carlo Cerri assistente alla coreografia Casia Vengoechea O coreografia Philippe Kratz con Clément Haenen, Ivana Mastroviti musica Mark Pritchard, The Field luci Carlo Cerri
Another Story coreografia Diego Tortelli con Estelle Bovay, Hélias Tur-Dorvault musica Spiritualized consulenza musica Federico Bigonzetti luci Carlo Cerri
Alpha Grace coreografia Philippe Kratz con Estelle Bovay, Clément Haenen, Arianna Kob. Ivana Mastroviti, Roberto Tedesco, Hélias Tur-Dorvault musiche Barrio Sur, Fela Kuti consulente alla drammaturgia Tyrone Isaac-Stuart luci Carlo Cerri
con il sostegno di CSC Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa Produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto Coproduzione Teatro Ristori di Verona
Storie è una piccola antologia di frammenti danzati, costituita da coreografie che rappresentano una parte infinitesimale del ricco universo artistico e umano di due trentenni di oggi: Diego Tortelli, coreografo residente ricercato anche all’estero come freelance, e Philippe Kratz, da anni danzatore di punta della compagnia già premiato con il premio Danza & Danza per la coreografia. Entrambi presentano due coreografie, create per i danzatori della compagnia:
Preludio Apre la serata Preludio di Diego Tortelli, una creazione per 5 interpreti costruita attorno ad alcuni dei più intensi poemi e brani del cantautore australiano Nick Cave, uno dei più grandi esponenti del Post Punk. Come Cave affronta l’intreccio tra temi come l'amore, il “credo”, l'ossessione e la perdita, come se stesse raccontando una storia, in questa coreografia Tortelli si interroga sul proprio credo, il credo nella fragilità e nella forza del corpo, firmando una preghiera profana in forma di lettera d'amore. O Il duo O di Philippe Kratz, invece, mette in scena due corpi/automi, che obbligano a interrogarsi su come potrebbe mutare il senso del contatto fisico: resterà emotivo e sentito, o diventerà seriale e alienato? Un duetto ispirato a una storia vera: nell'estate del 2017 a Hong Kong per la prima volta due robot umanoidi hanno interagito l'un con l’altro; un momento che ha reso più vicino un futuro in cui l'intera conoscenza umana sarà trasmessa da materiale inorganico comunicante. Another Story Another Story di Diego Tortelli riflette su come un gesto semplice come un abbraccio sia diventato il desiderio più nascosto: la coreografia diventa quindi un abbraccio solitario e condiviso, violento e desiderato allo stesso tempo. Un abbraccio per cui il coreografo scrivere un’altra storia. Alpha Grace Infine, Alpha Grace di Philippe Kratz guarda al passato e all’empatia come percezione di sé su un piano comune con gli altri: una doppia ricerca catturata nel titolo, dove alpha, simbolo dell’arcaico, si abbina a grace, una gentilezza dal valore quasi sacrale. Nella danza, l’empatia viene celebrata come stato che permette di comprendere davvero l’altro, di imparare a provare le sue stesse emozioni e così conoscerne il valore.