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SARA SGUOTTI - ARIANNA ULIAN

  • Sottotitolo: Crepa
  • Summary: Il lavoro di Sara Sguotti e Arianna Ulian ruota attorno all'immagine di una crepa, apertura e ferita, attraverso cui è possibile vedere l’altro.
  • Data evento: 24-08-2024
  • Dove: Chiostro del Museo Civico
  • Prezzo: unico € 8
  • Orario: 20.00
  • Tipologia: Danza
  • Acquista Biglietto: Acquista Biglietto

Coproduzione OE

di e con Sara Sguotti e Arianna Ulian
testi Arianna Ulian
ambiente sonoro Spartaco Cortesi
accompagnamento drammaturgico Giovanni Sabelli Fioretti
PR e media relations Giuseppe Esposito
Produzione Perypezye Urbane
Coproduzione OperaEstateFestival \ CSC centro per la scena contemporanea di Bassano del
Grappa, MilanoOltre
con il supporto di Santarcangelo Festival, IIC Zurigo, Tanzhaus Zurich, Passages Transfestival, IIC
Strasburgo, Centro di Rilevante Interesse per la Danza Virgilio Sieni, Théâtre Sévelin 36

Un montaggio di parole, suoni e gesti attorno all’immagine di una crepa, smottamento ma anche apertura, ferita eppure feritoia per corpi che si accostano, diversi ma appartenenti allo stesso lembo: scivolano, glissano, attraversano un tempo di conservazione tra ciò che è definito vivo e ciò che è definito morto: lo mutano, lo invertono. La crepa si è aperta con il suono: schiocco, bruito o schianto. Come un evento irreversibile, ha diviso lo spazio e segnato il tempo. É stato necessario progettare movimenti e trovare parole per comprendere la sua ambivalenza: la crepa apre la possibilità che filtri la luce, attraverso la crepa è possibile vedere l’altro, esponendo i propri lembi è possibile trovare coincidenza in altri lembi. Il lavoro di Sara Sguotti e Arianna Ulian si è mosso nelle occasioni come si muove un materiale solido: smottando, sfregolando. Ha lasciato tracce e si è lasciato tracciare durante le residenze, dai festival e dal pubblico, ha preso forma di laboratorio ed è tornato duetto con diverse durate. Le tracce lasciate sono come detriti del corpo, materiali biologici naturalmente depositati a terra o volatilizzati; capelli, gocce di sudore, unghie, pelle secca, screpolature. Nuove parole e nuovi movimenti raccontano l’ambivalenza di ciò che si perde, che si lascia perdere, che è inevitabile perdere, che non si vorrebbe lasciare. Tutto ciò che in un visionario processo di recupero, riunito,
darebbe forma a un altro corpo nostro, con nuove crepe.

Sara Sguotti è una giovane coreografa italiana, inizia la sua formazione artistica all’Accademia di Belle Arti di Frosinone, sin da piccola frequenta workshop e seminari con numerosi artisti internazionali, avvicinandosi al mondo della danza. Dal 2012 comincia a lavorare come danzatrice nella compagnia Virgilio Sieni. successivamente inizia collaborazioni con la compagnia Anton Lachky, con Cristina Rizzo e con Simona Bertozzi. II suo percorso personale di creazione inizia nel 2016 con un primo studio per un solo, poi sviluppato nel lavoro S.Solo, vincitore di DNAappunti coroegrafici. Nello stesso anno dà inizio insieme a Nicola Simone Cisternino al progetto Sa.Ni.

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DANIELE NINARELLO

  • Sottotitolo: Healing Together
  • Summary: L'idea di questa nuova creazione di gruppo è nata da una serie di brevi azioni coreografiche chiamate "proteste silenziose" create durante i periodi di lockdown e dedicate al concetto di "corpo della protesta".
  • Data evento: 24-08-2024
  • Dove: Teatro Remondini
  • Prezzo: unico € 8
  • Orario: 21.30
  • Tipologia: Danza
  • Acquista Biglietto: Acquista Biglietto

Coreografia Daniele Ninarello
Performers Vera Borghini, Loredana Canditone, Silvia Brazzale, Raffaele Tori
Assistente alla creazione Elena Giannotti
Consulenza drammaturgica Gaia Clotilde Chernetich
Elaborazioni sonore Saverio Lanza
Disegno luci Marco Santambrogio
Styling Ettore Lombardi

Produzione Codeduomo. Creazione sostenuta da Étape Danse, progetto di residenze internazionali tra Fabrik Potsdam (De), La Maison centre de développement chorégraphique national Uzès Gard Occitanie, Theatre de Nîmes (Fr), Festival Interplay (It) in partnership con Fondazione Piemonte dal Vivo PDV (Circuito Regionale Multidisciplinare del Piemonte) – Lavanderia a Vapore e Torinodanza Festival/ Fondazione Teatro Stabile di Torino. Il lavoro è sviluppato nella cornice di OnMobilisation, un progetto di cooperazione internazionale supportato dal programma Creative Europe della Commissione Europea con il sostegno di Lavanderia a Vapore – Centro di Residenza per la Danza. Residenza Orbita – Spellbound Centro di Produzione Nazionale della Danza. Con il sostegno di CANGO Centro Nazionale di Produzione della danza, Centro per la Scena Contemporanea – Bassano del Grappa, Inteatro Residenze.
Con il supporto del Ministero della Cultura.

L'idea di questa nuova creazione di gruppo è nata da una serie di brevi azioni coreografiche chiamate "proteste silenziose" create durante i periodi di lockdown e dedicate al concetto di "corpo della protesta". Il desiderio è quello di realizzare un processo in cui i/le performer possano abbandonarsi a uno spazio reciprocamente costruito in cui esporre i propri corpi vulnerabili. In questo spazio condiviso i/le performer procedono insieme attraverso una danza che emerge dal proprio flusso di coscienza attivato in tempo reale, al fine di liberare e rivelare tensioni nuove e trattenute.
I nostri giorni richiedono una riflessione sul senso della cura, della partecipazione, dell'ascolto e della guarigione. I nostri corpi subiscono continui dettati dall'esterno, sono territori colonizzati dal controllo, dalla violenza e dall'offesa. Siamo costretti a non esprimere la nostra vulnerabilità, che rimane non osservata e non celebrata. L'intenzione è quella di creare un “corpo collettivo” che si autogenera nel presente, come forma di protesta. Quattro corpi si offrono alla comunità, con le loro vulnerabilità esposte e le loro ferite aperte.
Le pratiche condivise si concentreranno sull'ascolto di ciò che i propri tessuti connettivi chiedono di rilasciare in risposta alle informazioni fornite dall'ambiente in cui i corpi sono immersi. Gli/le interpreti saranno invitati/e a tradurre verbalmente e gestualmente ogni pensiero, ogni desiderio e impulso che sorgerà come risposta. Il dispositivo coreografico emergerà come un'espansione dell'esperienza somatica che gli interpreti vivono davanti al pubblico,
stabilendo una relazione empatica, aprendosi a uno stato immersivo.
L'identità di ogni singolo corpo viene rivelata e decostruita in tempo reale, attraverso l'incontro con gli altri, mostrando come i confini possano arrendersi e smettere di difendersi. Si attiva una costruzione reciproca in cui i/le performer traducono in tempo reale la partitura coreografica che si scrive sul loro corpo momento per momento, manifestandosi come corpo vivente, mosso dal desiderio e dal sostegno reciproco per costruire la propria danza liberatoria, vulnerabile e rivoluzionaria.

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BENJAMIN KAHN

  • Sottotitolo: "Bless the Sound that Saved a Witch like me"
  • Summary: "Bless the Sound that Saved a Witch like me" racconta le diverse realtà e le grida infinitamente diverse che convivono dentro di noi e intorno a noi.
  • Data evento: 25-08-2024
  • Dove: CSC San Bonaventura
  • Prezzo: unico € 8
  • Orario: 20.00
  • Tipologia: Danza
  • Acquista Biglietto: Acquista Biglietto

Prima Nazionale

Un assolo coreografico di Benjamin Kahn
creato per Sati Veyrunes
Creato il 25 marzo 2023 KLAP Maison pour la danse - Marseille
Nell'ambito del festival + de Genres

Nel settembre 2020, un gruppo di madri del New Jersey ha deciso di riunirsi in un parco e urlare forte. Si sentivano trascurate nella lotta contro la pandemia. L'atto di gridare collettivamente, rivendicando lo spazio di fronte al proprio ego e condividendo tale necessità, sembrava essere un modo per calmare la disperazione. Dopo questo primo grido collettivo, il New York Times ha installato una linea telefonica pubblica nella speranza di aiutare questo tipo di comunicazione. Uno dei punti di partenza di questa ricerca è la protesta sociale di queste madri, così come di molte altre donne negli ultimi decenni.

Con l'interprete/solista Sati Veyrunes e il compositore Yamila Rio Manzanares, si è voluto mettere in discussione i mezzi di espressione legati all'urgenza. Il grido è scarsamente documentato nella storia della filosofia e delle scienze sociali. Il più delle volte è associato a rabbia, isteria e caos ed è censurato nel linguaggio quotidiano. Questo assolo è un tentativo di riappropriarsi di questa espressione radicale per articolare e domare questo bisogno primordiale. Attraverso un potente viaggio fisico e sonico, si conduce il pubblico a incontrare bellezza, armonia e simmetria, rendendo accessibile questo impulso vitale di nuovo. Possiamo considerare il grido come la forma più istantanea e udibile di personale l'urgenza verso lo spazio politico e pubblico. Diventa uno strumento drammaturgico e coreografico per facilitare la fusione di diverse realtà e del loro stato di crisi.

"Bless the Sound that Saved a Witch like me" è una scrittura plurale, per sottolineare la diversità delle realtà e le grida infinitamente diverse che convivono dentro di noi e intorno a noi. C'è questo grido intimo ed esistenziale e il pubblico urla per l'urgenza personale e collettiva. Nella scrittura c'è il solo e il coro, come una solitudine segnata da tutte le lotte. Lo spettacolo indaga i confini tra l'intimo e il collettivo e la possibilità di una necessaria liberazione.

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AW Main 2022 EN Co funded by the EU PANTONE 

Funded by the European Union. Views and opinions expressed are however those of the author(s) only and do not necessarily reflect those of the European Union or the European Education and Culture Executive Agency (EACEA). Neither the European Union nor EACEA can be held responsible for them.

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CHARA KOTSALI

  • Sottotitolo: To be possessed
  • Summary: Chara Kotsali porta in essere una performance da solista sulle possessioni, di cui le donne sono state storicamente accusate.
  • Data evento: 25-08-2024
  • Dove: Teatro Remondini
  • Prezzo: unico € 8
  • Orario: 21.30
  • Tipologia: Danza
  • Acquista Biglietto: Acquista Biglietto

Coreografia, performance: Chara Kotsali
Drammaturgia: Dimitra Mitropoulou
Consulente artistico: Pericles Pravitas
Musica e sound design: Jeph Vanger
Composizione musicale originale "Furiosa": Dimitra Trypani
Progettazione illuminotecnica: Eliza Alexandropoulou
Tour assistente coreografo: Katerina Spyropoulou
Tour manager tecnico: Stavros Kariotoglou (Onassis Stegi)
Coordinatore del tour: Christina Liata (Onassis Stegi)
Gestione produzione / touring: Delta Pi
Commissionato e prodotto da: Onassis Stegi
TO BE POSSESSED premiered in Athens, at the ONASSIS DANCE DAYS in March 2023.
Il tour "to be possessed " è supportato dal programma di esportazione culturale "outward turn" di Onassis Stegi

L'assolo di Chara Kotsali è una ricerca sulle possessioni. Esplorando le testimonianze di donne provenienti da diversi contesti culturali, Kotsali si fa portavoce di queste storie sui demoni, l'esorcismo e l'invocazione degli spiriti. Così facendo, presenta un corpo in movimento che è sempre fuori da sé, una forma di esperienza che mette in discussione l'autosufficienza e l'autonomia della singola persona. "To be possessed" sperimenta la creazione di rituali e il risveglio delle molteplici voci che abitano in noi. Kotsali indulge nel demoniaco mentre cerca di animare i fenomeni che incontra, invitandoli a rivelare il loro carattere travolgente e sovversivo.

 

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VALENTINA DAL MAS

  • Sottotitolo: Luisa*
  • Summary: Luisa nasce da un incontro, con una donna di nome Luisa.
  • Data evento: 27-08-2024
  • Dove: CSC San Bonaventura
  • Prezzo: unico € 8
  • Orario: 17.00
  • Tipologia: Teatro
  • Acquista Biglietto: Acquista Biglietto

Spettacolo vincitore Premio Scenario Periferie 2023
di e con Valentina Dal Mas
testo originale di Valentina Dal Mas
direzione tecnica Federico Fracasso
registrazioni audio Matteo Balbo
assistente alla creazione Ludovica Messina Poerio
un ringraziamento a Angela Marangon, Claudia Rossi Valli
con il sostegno di Scenario ETS e Teatro Due Mondi – Residenza per artisti nei territori, Faenza
produzione La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale

Luisa nasce da un incontro, con una donna di nome Luisa.
Dal 2016 Valentina Dal Mas conduce laboratori di teatro-danza in contesti di cura e socio-educativi dove tocco con mano spiccate fragilità fisiche, emotive, cognitive, relazionali, sociali che possono dimorare nell’essere umano.
La radice della fragilità di ognuno ed ognuna può affondare nell’età, in una malattia fisica o psichica, nella neurodiversità, nell’avere una relazione con se stessi, gli altri ed il mondo non ordinaria, nell’essere stati allontanati dalla propria famiglia d’origine, nel disagio psichico e sociale. Ho incontrato Luisa presso la cooperativa sociale Primula di Valdagno (VI) che opera “al recupero globale di persone in qualunque modo emarginate”.
Luisa cuce. “Cucio per filo e per segno, disegno punti a manocuore”. Cuce se stessa all’aria che la circonda, per non sfilacciarsi lontana dal mondo. Cuce le sue guance rosse alle sue emozioni e le sue parole ai suoi occhi timidi, birichini ed intensi allo stesso tempo. Cuce per non perdere il filo, della sua vita. Cuce i frammenti di sè, li partorisce nell’aria che la circonda attraverso parole, gesti e danze che si defilano a passi levati dalla logica e da un senso lineare del tempo, si appoggiano all’andamento dell’esplosione del Big Bang, della sospensione del respiro, dello zigzagare di una stella all’interno di una costellazione, dei mulini a vento.
Oscillando tra un andamento e l’altro, Luisa può lambire i confini della sua Terra Promessa dove “vede ciò che è possibile vedere solo quando gli occhi le si inumidiscono un po’”. Entra battagliera nella sua Terra Promessa, come la Libertà che guida il popolo di Delacroix.
Luisa guida tutti gli esseri umani spiccatamente fragili come lei nella sua Terra promessa, anzi no, guida gli esseri umani tutti tutte. Come Delacroix aveva riunito nel suo dipinto persone di ogni età e classe sociale, così Luisa crea attorno a sé un’adunanza di sfumature umane sempre cangianti e dissonanti nel loro divenire. Ma Luisa non sguaina verso il cielo la bandiera di una nazione, fa svettare in aria una rosa, perché, prendendo in prestito le parole dello psichiatra Franco Rotelli, “Mancano cinquemila rose, perché tante ne abbiamo messe ma altrettante, ne avevamo in più promesse!”.

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